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Superbonus, cessione del credito e sconto in fattura in 10 anni anziché in 4

2022-11-28 15:19

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Superbonus, cessione del credito e sconto in fattura in 10 anni anziché in 4

Decreto Aiuti quater: l’allungamento del termine di fruizione deve essere richiesto dal cessionario per le operazioni perfezionate entro il 31 ottobre 2022

18/11/2022 - Cessione del credito e sconto in fattura in 10 anni, anziché in 4, per le operazioni perfezionate entro il 31 ottobre 2022.
 
La novità, contenuta nel Decreto “Aiuti-quater” pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, secondo il Governo dovrebbe iniziare a risolvere il problema dei crediti fermi nei cassetti fiscali, che banche, professionisti ed imprese non riescono né ad utilizzare né a cedere.
 


Superbonus: sconto in fattura e cessione del credito

Per capire le potenzialità della misura bisogna fare una digressione. Il Superbonus è nato con un’aliquota di detrazione del 110%, da utilizzare in 5 quote annuali di pari importo. Il periodo di fruizione della detrazione è stato poi abbassato a 4 anni con la Legge di Bilancio per il 2022 per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2022.



 



L’opzione dello sconto in fattura e della cessione del credito seguono le stesse tempistiche della detrazione.



 



Nella pratica, il Superbonus si è sempre retto sulla cessione del credito e sullo sconto in fattura dal momento che pochi contribuenti avrebbero la capienza fiscale per utilizzare la detrazione direttamente. Con la riduzione a 4 anni del termine per utilizzare la detrazione, la fruizione diretta è diventata ancora più difficile.




Il mercato della cessione del credito, però, si è bloccato, mettendo in difficoltà professionisti e imprese che, dopo aver praticato lo sconto in fattura, si trovano con i cassetti fiscali pieni, ma non possono monetizzare il credito acquisito.



 




Sconto in fattura e cessione del credito in 10 anni

Al Governo Meloni è stato subito sottoposto il problema. In realtà, in sede di presentazione del Decreto “Aiuti-quater”, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha affermato che


solo la detrazione è un diritto

, mentre la cessione del credito è solo una possibilità.



 



Il Governo sta comunque cercando una soluzione, tanto da aver creato un


tavolo di confronto

 col mondo imprenditoriale e bancario.



 



Una prima iniziativa è contenuta nell’articolo 9 del Decreto “Aiuti-quater”. Il comma 4 prevede che, per le


operazioni

 perfezionate entro il


31 ottobre 2022

 (era 10 novembre 2022 nelle bozze precedenti alla pubblicazione), il cessionario che ha praticato lo sconto in fattura e ha acquisito il credito di imposta, può chiedere di usufruirne in 10 rate annuali di pari importo.



 



L'idea di fondo è che per una banca, che ha acquisito un credito, sarebbe più facile utilizzarlo in 10 anni anziché in 4. La maggiore facilità di utilizzo del credito potrebbe inoltre invogliare un cliente con Partita Iva ad acquistare il credito dalla banca. La banca si libererebbe dai crediti in pancia e potrebbe decidere di acquistarne di nuovi.




L'allungamento dei termini non è un obbligo, ma deve essere attivato su richiesta del cessionario, con una comunicazione telematica all'Agenzia delle Entrate. Bisogna capire come reagirà il mercato perchè potrebbe non essere conveniente nè per le banche nè per i professionisti e le imprese.




Dal punto di vista delle


banche

, l’utilizzo del credito in un periodo più lungo comporterebbe una perdita del valore attualizzato, cioè dell’importo esigibile in futuro.



 



Anche dal punto di vista dei


professionisti

 e delle


imprese

 che hanno praticato lo sconto in fattura, ma non riescono a liberarsi dei crediti maturati, l'allungamento dei termini a 10 anni potrebbe essere meno remunerativo. La banca cessionaria, nell’acquisto di un credito da utilizzare in 10 anni anziché in 4, potrebbe applicare al professionista o all'impresa un tasso più basso, passando dall’attuale 87% al 70%. Il professionista o l'impresa cedente si troverebbe quindi a decidere se liberarsi del credito, vendendolo ad un prezzo più basso, o tenerlo fermo nel suo cassetto fiscale.




Oltre alle reazioni del mercato, a determinare le sorti di questa misura sarà anche l'Agenzia delle Entrate, che effettuerà un


monitoraggio

 dell'andamento delle compensazioni per verificare l'


impatto sui saldi di finanza pubblica

. Senza una copertura finanziaria, il Ministero dell'Economia potrebbe adottare dei correttivi e arrivare a bloccare il meccanismo.




Il Decreto “Aiuti-quater” non ha invece modificato l’altra condizione per usufruire del credito di imposta: la


quota di credito d'imposta non utilizzata

 nell'anno non può essere usufruita negli anni successivi e non può essere richiesta a rimborso.




Qualunque sarà la portata della novità sulle modalità di fruizione della cessione del credito, non sarà subito operativa. Dopo la pubblicazione e l'entrata in vigore del Decreto "Aiuti-quater", che deve poi essere convertito in legge, è infatti previsto un provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate.




everythinghpossible@123fr.com



 



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